Gli interventi delle fondazioni bancarie a favore dei rispettivi territori sono sempre più condizionati dalla politica e, soprattutto, dai politici.
Che intervengono nelle nomine delle fondazioni e si fanno finanziare qualsiasi intervento di carattere clientelare, che garantisca voti, a prescindere dalle ricadute sul rispettivo territorio.
Iniziative discutibili, basate sul trionfo del pensiero unico obbligatorio, quasi mai in grado di incidere positivamente sulla crescita del territorio interessato, quasi sempre utili per arricchire gli amici degli amici.
Ma non esistono solo le fondazioni bancarie per aiutare città, province e regioni a crescere. Lo ricorda Antonello Marzolla che presiede il comitato per gli investimenti di Enasarco, la potente e ricca cassa previdenziale degli agenti di commercio.
«Ma il discorso – sottolinea Marzolla – vale per tutti gli enti dei professionisti. Perché senza una crescita dell’economia reale, le professioni muoiono. Dunque occorre investire, occorre intervenire per aiutare il Paese ad uscire realmente dalla crisi».
Ovviamente i settori di intervento sono molto diversi rispetto alle fondazioni bancarie. Enasarco e le altre casse previdenziali non possono buttare via il denaro per finanziare un pessimo spettacolo messo in scena dall’amante dell’assessore o per il balletto senza pubblico organizzato dal figlio del sindaco.