Il nuovo regime forfetario non sempre conviene alle piccole partite IVA, scopriamo insieme il perché grazie al prezioso contributo dell’Associazione Sindacale A.S.A.R.CO. U.S.A.R.C.I. della Provincia di Rimini e Pesaro.
Per valutare se conviene aderire al regime forfettario occorre considerare quanto segue: con la flat tax al 15% se non si percepiscono altri redditi da dichiarare in Unico non si possono utilizzare le detrazioni e deduzioni d’imposta; ad esempio: le detrazioni IRPEF per familiari a carico e di lavoro autonomo, le deduzioni personali (spese mediche, spese per ristrutturazioni edilizie, spese scolastiche, interessi sui mutui ipotecari, fondi pensione, assicurazioni infortuni, spese per risparmio energetico ecc.)
Inoltre in regime forfettario si perde ovviamente la detraibilità dell’imposta IVA sui costi e spese e sull’acquisto, sulle locazioni e sui noleggi dei beni strumentali.
Quindi tutti i costi aziendali documentati, comprese le quote di ammortamento devono essere considerati inclusi nella detrazione forfettaria del 38%.
Da tenere presente che per i beni strumentali di valore superiore a 500€, compresi ovviamente gli autoveicoli acquistati dopo l’anno 2014 per i quali era stata detratta l’IVA, gli agenti che passano al regime forfettario devono restituire tale imposta in quote rapportate ai cinque anni di periodo residuo di ammortamento del bene.
In conclusione gli agenti che nell’esercizio dell’attività dichiarano costi d’impresa/professione di ammontare massimo intorno al 38% dei ricavi lordi e che non hanno familiari fiscalmente a carico e neppure costi ed oneri deducibili rilevanti possono avere convenienza a optare per il forfait.
Si tenga inoltre presente che i forfettari evitano anche i pesanti adempimenti di emissione delle fatture in formato elettronico.
Il servizio di assistenza contabile/sindacale ASARCO ha predisposto per i clienti associati un calcolo personalizzato che permette di valutare se e in quale misura vi sia convenienza nell’optare per la contabilità forfettaria.
I contributi previdenziali Enasarco di competenza 2019 sono pari al 16,50% dei corrispettivi costituiti da provvigioni, premi e rimborsi spese fatturati dagli agenti di commercio (8,25% a carico dell’agente ed 8,25% a carico della ditta mandante).
I massimali ed i minimali annui per i monomandatari o plurimandatari per il momento sono da aggiornare, siamo in attesa di conoscere la loro rivalutazione Istat.
Come mai per l’Inps è prevista una deduzione dai contributi previdenziali del 35%, che ipoteticamente rapportata con le eccedenze raggiungerebbe se non supererebbe il “minimo” della contribuzione dei commercianti ( in questo caso di agente di commercio) e quindi comunque conveniente mentre per l’Enasarco ciò non è previsto come per quasi tutte le casse professonali? Dal momento che un agente di commercio, per forza di cose preparato, “assume” la figura erronea di lavoratore autonomo e NON di libero professionista come dovrebbe essere? Praticamente l’Enasarco fà quello che gli pare…non solo nega contro legge totalizzazioni, cumulo e ricongiunzioni contributive per periodi anche non coincidenti, ma non si adopera più di tanto per salvaguardare i diritti costituzionale dei suoi iscritti come sancito dallo statuto e atto costitutivo anche ex D.Lgs n. 509/1994. Personalmente resto molto amareggiato anche nei confronti di tanti colleghi o ex che meriterebbero almeno i loro diritti. Mi dispiace altresì constatare che le organizzazioni sindacali continuano a non fare niente al riguardo, proprio niente. Che ce ne importa di welfare quasi ridicoli? Se poi il diritto previdenziale sacrosanto ci viene calpestato? Saluti.
One thought to “A chi conviene la Flat Tax?”
Come mai per l’Inps è prevista una deduzione dai contributi previdenziali del 35%, che ipoteticamente rapportata con le eccedenze raggiungerebbe se non supererebbe il “minimo” della contribuzione dei commercianti ( in questo caso di agente di commercio) e quindi comunque conveniente mentre per l’Enasarco ciò non è previsto come per quasi tutte le casse professonali? Dal momento che un agente di commercio, per forza di cose preparato, “assume” la figura erronea di lavoratore autonomo e NON di libero professionista come dovrebbe essere? Praticamente l’Enasarco fà quello che gli pare…non solo nega contro legge totalizzazioni, cumulo e ricongiunzioni contributive per periodi anche non coincidenti, ma non si adopera più di tanto per salvaguardare i diritti costituzionale dei suoi iscritti come sancito dallo statuto e atto costitutivo anche ex D.Lgs n. 509/1994. Personalmente resto molto amareggiato anche nei confronti di tanti colleghi o ex che meriterebbero almeno i loro diritti. Mi dispiace altresì constatare che le organizzazioni sindacali continuano a non fare niente al riguardo, proprio niente. Che ce ne importa di welfare quasi ridicoli? Se poi il diritto previdenziale sacrosanto ci viene calpestato? Saluti.
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