Operatori turistici: Agenti sì, ma se professionali
di Associazione ELECTO
L’altra faccia della medaglia, la svelano gli operatori turistici. Dopo la continua autoflagellazione degli agenti di commercio, alle prese con le recriminazioni nei confronti di Enasarco, con i problemi dei monomandatari denunciati da Usarci, con i dubbi sul futuro della professione, era inevitabile provare ad ascoltare la controparte.
Luigi Fosson, titolare del nuovissimo hotel Au Charmant Petit Lac di Champoluc, in Valle d’Aosta, con gli agenti di commercio ha un rapporto pluridecennale: discoteca, bar, ristorante, hotel, supermercato.
«E nell’80% dei casi – assicura Fosson – sono stati rapporti estremamente positivi, spesso trasformati in amicizie durature. Ma, comunque, rapporti utili, interessanti. Il ruolo dell’agente di commercio è fondamentale perché arrivano ad illustrare nuovi prodotti, a spiegare le caratteristiche. Non sempre hai bisogno di quello che ti propongono, ma intanto impari e magari la volta successiva fai un ordine perché è cambiata la situazione».
Poi, ovviamente, esiste anche il 20% di agenti che diventano insistenti, asfissianti, fastidiosi. «E la volta successiva ti neghi, non ti fai trovare, gli fai dire che sei al mare». Ma si tratta, appunto, di una minoranza a fronte di una stragrande maggioranza che consiglia un prodotto anche sulla base di una reale esperienza.
«Sotto questo aspetto la professione è cambiata, ed in meglio. Forse è cresciuta anche la professionalità di chi acquista ed il rapporto è molto più rispettoso. Agli inizi si leggevano cartelli umilianti con la precisazione che gli agenti di commercio si ricevevano solo in giorni particolari e in orari scomodi. Li si faceva entrare dalla porta di servizio, qualcuno li maltrattava. Ora non esistono più atteggiamenti di questo tipo».
Rispetto reciproco, professionalità da entrambe le parti. «Ed anche soddisfazione perché – prosegue Fosson – la maggior parte degli agenti di commercio che arrivano da noi è decisamente soddisfatta del proprio lavoro e della propria condizione economica. Ed i monomandatari sono quelli più sereni, insieme a chi rappresenta aziende di vari settori con prodotti molto apprezzati e richiesti».
Ci sono anche quelli meno fortunati, alla disperata ricerca di piazzare articoli che non vanno più ed alla altrettanto disperata ricerca di nuove mandanti. «In questi casi si notano anche le differenze di comportamento. C’è chi tenta di rifilarti quantità industriali di prodotti che non si venderanno mai e chi continua ad essere corretto con logiche di flessibilità negli ordini. Ma le scorrettezze si finiscono per pagare anche quando si cambia mandante e ci si ripresenta con nuovi prodotti».
Professionalità e qualità da entrambe le parti per garantire la tenuta di un lavoro che ha ancora un futuro. E non lo dicono solo gli operatori turistici.